LE DONNE PRODUCONO

SAPERE · SALUTE · CAMBIAMENTO

 

CENTRI IN MOVIMENTO · IL MOVIMENTO DEI CENTRI ANTIVIOLENZA

 

2°CONVEGNO NAZIONALE

dei Centri Antiviolenza

e delle Case delle Donne

La  partecipazione al 2 Convegno Nazionale dei Centri Antiviolenza è valsa anche per noi

la iscrizione nel registro delle Associazioni di donne che da anni lavorano per fare emergere  il fenomeno  sommerso della violenza sulle donne nel suo reale portato, contrastarlo nelle sue forme anche più subdole e nascoste, aiutare le donne che ne sono state vittime, constatandone i danni psicologici, fisici, economici, sociali, ad uscire dalla condizione di difficoltà e/o temporaneo disagio.

Nel corso di anni di esperienze consolidate ogni Centro Antiviolenza, nella sua realtà, nel suo territorio, in condizioni  più o meno facilitate dall’esistenza o meno di legislazione favorevole, o soluzioni collaborative praticabili, ha sviluppato un proprio metodo di approccio e di aiuto o sostegno e/o accompagnamento, nella fase di accoglienza e/o  nel percorso di uscita dalla violenza nella quale si trovano le donne che chiedono aiuto ad un Centro Antiviolenza come Telefono-donna “la nereide”

 Esperienze, prassi e persino protocolli ufficiali tra Centri Antiviolenza ed EE.PP., FF.OO. sono stati messi a confronto nelle due giornate di lavoro in cui si sono svolti i lavori del significativo Convegno Nazionale, il 2° per l’appunto quasi a rappresentare una sorta di censimento di chi lavora al progetto universale di liberazione dalla violenza ed una constatazione dello stato dell’arte dell’attività svolta dai vari Centri in termini di riconoscimento, autorevolezza, radicamento, affidamento anche in termini economici e incisività nei processi di cambiamento nei territori di appartenenza.

 

Poche le Regioni particolarmente privilegiate per legislazioni favorevoli all’accoglimento delle istanze e proposte di collaborazioni d’intervento in rete da parte dei Centri Antiviolenza, processo difficile da costruire in testa al quale sta la regione Emilia-Romagna, ma rilevanti ed efficaci le azioni in altre regioni tipo Lombardia.

Tutte le altre presentano comunque uno spaccato di partecipazioni fattive o efficacia d’intervento anche in condizioni di totale autonomia, o ricorso a forme autogestite di raccolta fondi che comunque risultano sempre insufficienti ad affrontare i bisogni pluridimensionali delle donne che abbiano subito violenza.

 

 

La richiesta diffusa infatti è quella del riconoscimento sul piano istituzionale non certo per l’approvazione o il riconoscimento dell’efficacia della propria azione,prassi legittimate dall’esperienza sul campo, bensì nella facoltà economica di interventi a sostegno delle attività di accoglienza ed ospitalità anche residenziale che i vari centri, ognuno con proprie modalità, hanno attivato nei territori di appartenenza.

 

Quella economica è la nota dolente diffusa al nord come al sud e sulla base della quale è stata prodotta

UNA BOZZA DI LEGGE REGIONALE DI ISTITUZIONE DEI CENTRI ANTIVIOLENZA a cura del “ Centro Accoglienza per non subire violenza” di Genova.

 

 

 

Il 2° Convegno Nazionale era presieduto da ALESSANDRA BAGNARA  di LINEAROSA di Ravenna che ha organizzato questo Convegno come il precedente del 96 curato però nella documentazione preliminare dal “Centro di Documentazione-Casa delle donne per non subire violenza” di Bologna, altro momento significativo che gettò le basi per misurare la forza del Movimento Delle Donne.

 

La forza del Movimento Delle Donne è stata riconosciuta anche nei discorsi ufficiali e nei saluti portati dalle istituzioni locali, che hanno aperto i lavori: Vidmer Mercatali, Sindaco di Ravenna, che ha annunciato il rinnovamento della Convenzione con LINEAROSA per altri 6 anni-Francesco Giangrandi Presidente della Provincia di Ravenna-Gianluca Borghi Assessore alle Politiche Sociali e Famigliari della Regione Emilia Romagna,nel   denunciare i tentativi di svuotamento della Legge Quadro 328(sistema integrato dei servizi) ha annunciato che “(…)non solo non taglieremo ma continueremo a cercare solidarietà attiva contro l’autoreferenzialità e a sostenere il cambiamento anche a livello nazionale nel rapporto fra Istituzioni Regionali e Governo(…)”

 

Il movimento dei Centri. I centri in movimento”

E’ stato il tema trattato da CAROL BEEBE TARANTELLI di DIFFERENZA DONNA di Roma, incentrato sulla azione politica e collettiva per offrire alla donna una risposta ed il rifugio. Perché “quando gli uomini sentono il diritto di essere violenti non possono essere aiutati, ma possono essere fermati”. A questo servono i Centri Antiviolenza, senza tralasciare di sottolineare l’importanza culturale del lavoro dei Centri, della circolarità e dell’allargamento dell’azione che ha capacità di attrattiva e di scambio anche con i giovani attraverso gli studi e la ricerca soprattutto sugli effetti della violenza non solo sulle donne ma anche sui bambini. Soprattutto in termini di conseguenze e costi sociali elevatissimi ammortizzabili solo da politiche  di investimento lungimiranti :”si spende 1 penny oggi per risparmiarne 9 domani”.

 

“Uscire dal deserto si può:la forza delle relazioni”

Sulla importanza della relazione fra donne ha efficacemente riferito TIZIANA CATALANO  della CASA DELLE DONNE MALTRATTATE di Milano che lavora in sinergia con la Cooperativa CERCHI D’ACQUA, cui è delegata l’Accoglienza. Il loro motto è che LA DONNA E’ AL CENTRO di una relazione valorizzante attraverso il riconoscimento e l’attivazione delle sue proprie energie e risorse e la conferma che ogni singolo progetto abbia funzionato in genere è “sulla faccia della donna…la faccia , il corpo della donna mi dicono se il progetto ha funzionato”(…). Fermo restando che nel rapporto con le Istituzioni “siamo noi garanti della trasformazione di una relazione di sfiducia in una relazione di fiducia”.

 

 

Le relazioni dei gruppi di lavoro

RAPPORTI TRA CENTRI ANTIVIOLENZA ED ISTITUZIONI

“Il si e il no delle Istituzioni e la normativa sulla violenza”-ANTONELLA ORIANI SOS Donna-Faenza.

Excursus di  tutta la normativa nazionale “Contro la violenza sessuale” a partire dagli anni 80 fino ad arrivare alle NORME SULLA VIOLENZA SESSUALE-66/96 e MISURE CONTRO LA VIOLENZA NELLE RELAZIONI FAMILIARI –154/01, e delle principali RACCOMANDAZIONI emanate da Enti Internazionali- Rapporti ONU; OMS; CEDAW, la normativa Comunitaria, i disegni di Legge e la legislazione Statale e Regionale.

Fino ad arrivare ai  trattati  dell’OMS (organizzazione mondiale della salute) sul riconoscimento della” violenza contro le donne come vero problema di sanità pubblica mondiale”-2002- ed ai PROGETTI DI PREVENZIONE avviati già dal 97 con il primo programma DAPHNE, rinnovato nel febbraio 2003 sui medesimi obbiettivi di sensibilizzazione, assistenza e sostegno delle ONG,

ma il II PROGRAMMA DAPHNE prevede un finanziamento più cospicuo (41 ml di euro) per approfondimento

·STUDI

·PREVENZIONE

·METODI SPERIMENTALI di sollecitazioni dei MEDIA, anche per

·AZIONI contro le MUTILAZIONI genitali di cui moltissime donne immigrate sono vittima specialmente, come è stato rilevato, in Emilia Romagna.

 

La EUROPEAN WOMEN’S LOBBY mantiene l’informazione costante per la eliminazione di ogni discriminazione sulle donne. Bisogna considerare la violenza maschile sulle donne come frutto di ineguaglianza di genere.

 

Per tutto quanto concerne la relazione di questo sottogruppo si viene utilmente invitate a collegarsi al sito www.women.it/centri antiviolenza

Ma la relazione continua con il riferimento all’utilizzo della L 328 ed ai previsti PIANI DI ZONA, come frutto di politica sociale e strumento attuativo di  legislazioni locali e regionali.

La partecipazione del nostro Centro Antiviolenza Telefono-Donna La Nereide al Gruppo di lavoro “Rapporto tra Centri Antiviolenza e Istituzioni” è stata motivata dalla esigenza di acquisire

“…modelli condivisibili per costruire buone pratiche intendendo con questo ogni azione che abbia efficacia nel cambiamento culturale e/o nell’aiuto concreto alla donna, come ad esempio una buona legge, un buon piano di zona, un buon protocollo d’intesa, progetti, ricerche o iniziative di rete”

Così è avvenuto in varie regioni d’Italia dove le azioni a sostegno dei centri sono state inserite in piani di più ampio respiro ad esempio di politiche della famiglia.

SICILIA – LR 10/2003

                 Norme per la tutela e la valorizzazione della famiglia

                  Art.9 La Regione eroga contributi per la copertura delle spese di primo impianto alle

                 Associazioni di donne che organizzano Centri di Accoglienza per donne vittime di

                 Maltrattamento in famiglia e per i loro figli minori, o a rischio di maltrattamento fisico

                  o psichico.

                  Il Piano Socio Sanitario Regionale 2002-2004 contempla tra gli obiettivi prioritari,

                  la realizzazione di servizi di sostegno, cura e recupero psico-sociale di minori e donne

                  vittime di abusi, maltrattamenti e violenze anche sessuali, attraverso interventi integra

                  ti tra i settori sociale, sanitario, giudiziario e scolastico.

                  Indica inoltre che i PIANI DI ZONA provvedano a questo scopo servizi di accoglienza

                  Residenziale ed in particolare Centri di accoglienza per donne immigrate o vittime della

                   Tratta.

 

A Siracusa il PDZ non risulta ancora attivato, mentre viene citata la partecipazione “del “Centro locale ai tavoli di concertazione e precisamente a quello di “Interventi contro l’abuso”.

 Durante il Convegno è stato annunciato l’apertura di un FORUM on line per agevolare il lavoro in rete dei Centri, per rendere più visibile il fenomeno della violenza alle donne ma soprattutto le strategie d’intervento condivise tra i Centri, i Servizi sociali e/o di sostegno alla persona(AUSL o Pronto Soccorso che godono di crescente autonomia a fronte di maggiore rigidità gerarchica delle)FF.OO, le quali risultano in alcune realtà più sensibilizzate a forme di collaborazioni sia pure informali come è avvenuto al nostro Centro  Antiviolenza Tel-Donna La Nereide. .www.women.it/casadonne/forum

 

 

 

 

 

 

LA METODOLOGIA DI INTERVENTO CON LE DONNE CHE SUBISCONO VIOLENZA

 

 

“Il danno subito dalle donne vittime di violenza domestica”

SIMONA CARDINALETTI-La Gemma Casa Rifugio “Zefiro”-Ancona

Puntuale elencazione dei danni psicologici, fisici, economici, sociali, non imputabili alla personalità della vittima ma alla violenza in sé e tanto più inaccettabili e  difficilmente rilevabili in quanto perfettamente mimetizzati dalle regole del vivere sociale, fondate sulla disparità tra i generi.

 

“Saperi, competenze, professionalità dei Centri Antiviolenza

e delle Case Rifugio”

TERESA DE BRASI dell’ASSOCIAZIONE La Cicoria Onlus-Imola, ha rivisitato i contenuti teorici e metodologici dei Centri e delle Case Rifugio definendole nei seguenti concetti:

               ·”il paradigma della differenza di genere viene rivendicato e considerato portatore di

                  valori unici e originali”

               · la donna è riconosciuta come persona con tutte le sue risorse, potenzialità e capacità

               · l’analisi dei meccanismi socio-culturali e politici è il presupposto che ha reso visibile

                  la normale quotidianità della violenza sulle donne”

Il sapere alternativo, poiché fondato nel movimento storico delle donne, e la professionalità delle operatrici/consulenti dei Centri e delle Case, ha trasformato la teoria dello studio e della conoscenza di genere nella prassi di un metodo di intervento scientifico ed autorevole.

 

 

“Ricerca-azione-formazione nell’esperienza dei Centri Antiviolenza”

La RACCOLTA DATI-le formulazioni di nuove SCHEDE DI ACCOGLIENZA- le RELAZIONI AI TRIBUNALI-ci ha rese-ha detto GIUDITTA CREAZZO della CASA DELLE DONNE PER NON SUBIRE VIOLENZA di BO- soggetti attori di ricerca, dovendosi confrontare in ambiti diversi, e di PROCESSI DI CAMBIAMENTO, avendo i Centri come osservatori privilegiati.

 

“Le donne raccontate dai mass-media:analisi critica”

Il metodo analitico anche di parti di testi giornalistici, utilizzato da EMANUELA MOROLI di DIFERENZA DONNA di Roma, ha permesso di focalizzare la visione distorta  della donna da parte dei mass media, ossia la prevalenza degli stereotipi.

Cronache di violenze subite, di diritti violati, di relazioni pericolose, mai affrontate con l’intento di far luce sui fatti, bensidi renderle intriganti in varie maniere: sensazionalistica, morbosa, spettacolare, romanzata o vieppiù colpevolizzante per un motivo (“…picchiata davanti ai figli e non fa niente per interrompere la violenza..”rivista CHI)o per l’altro(“…amava le chat..”LA STAMPA;

“…avrebbe prima accettato il corteggiamento…e poi si sarebbe tirata indietro”CORRIERE DELLA SERA), dimenticando che quando manca il consenso siamo sempre in presenza di una violenza.

 

 

 

“Le problematiche delle donne straniere accolte :fra uscita dalla violenza,

tratta e progetti migratori”

Sono state trattate da Elsa Antonioni della CASA DELLE DONNE PER NON SUBIRE VIOLENZA di Bologna.

 

“La legge sull’ordine di allontanamento”

“Esperienza di una pratica di relazione:riflessioni sull’ordine di allontanamento”

Nella esposizione dell’Avv.Manuela Ulivi di Milano c’è stato il forte invito a dare valore alle nostre competenze e spendere le nostre informazioni ed esperienze in AUTOREVOLEZZA, specialmente nelle relazioni  con le Istituzioni per dare ai giudici spinte nelle interpretazioni, creando nei giudici nuova sensibilità. In una parola tenere alta l’attenzione sui Tribunali!

Capitolo ampio e approfondito meriterebbe la Legge sull’Ordine di allontanamento –154-4/4/01 considerato  strumento fondamentale dal Movimento delle donne, che lo ha fortemente voluto e “nutrito con i propri saperi” risulta invece scarsamente praticato, perlomeno a livello di normale prassi; diventa invece veicolo di trattazione nelle azioni civili secondo l’esperienza della Avv.Daniela Abram di Bologna.

                  

 

“Le ipotesi di riforma del diritto di famiglia: l’affidamento dei figli”

Altro capitolo a parte la spinosissima querelle dell’affidamento condiviso poiché spesso, come ha detto l’Avv.Etelina Carri di Reggio Emilia, l’affidamento alla madre si concretizza in un onere per quest’ultima. L’affidamento ha il presupposto dell’accordo ma purtroppo si favorisce il genitore economicamente più forte. La tutela dei diritti delle parti in causa è un problema di crescita culturale della società.

 

Ad esempio sulla Sottrazione Internazionale di Minore-in ottica multirazziale- il reato 574 non consente alcun intervento coercitivo; il suggerimento  del Magistrato FABIO ROIA di Milano alla donna è quello di revocare il CONSENSO sul passaporto.

Interessanti le sue considerazioni sui “riflussi” in materia di Diritto specialmente per quanto attiene il Tribunale dei Minorenni. Vige in generale il tentativo di strappare l’attenzione ideale del Magistrato. Ha efficacemente proposto di ricorrere alla fattispecie di Violenza privata per avvalersi del cosiddetto DIVIETO DI DIMORA da sanzionare allo stalker-283 cpp-nei casi appunto di stalking, ossia persecuzioni e/o vessazioni anche successivamente alla rottura, fenomeno, purtroppo per le donne che ne sono vittima, in ascesa.

 

La tavola rotonda finale, svoltasi nel secondo giorno del II° Convegno Nazionale, ha visto anche molti altri significativi apporti di esperienze di altri paesi europei grazie agli interventi di COLETTE DE TROY-Coordinator Policy Action Centre on Violence Against Women.Bruxelles.

Altro sito web consigliato: www.womenlobby.org

MARINA PIAZZA-Storica e Sociologa già membro della COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA’ nella precedente legislatura ha comunicato la prossima costituzione della COMMISSIONE P.O. SALUTE DELLE DONNE e suggeriva di richiedere alla Commissione P.O.-Dott.De Stefano- l’importantissimo rapporto su “Salute delle donne”.

 

 

I REPORTS  sui vari gruppi hanno sostanzialmente confermato l’imprescindibile valore della RICERCA come elemento fondamentale di una cultura del Cambiamento anche come percorso di AUTOFORMAZIONE nel lavoro di RIELABORAZIONE e SINTESI COLLETTIVA.

Altrettanto fondamentale la Rete informale di Relazioni.

 

Il gruppo sui MASS MEDIA a lamentato la non accessibilità alle nuove teconologie per le quali la raccomandazione è di attivarsi per superare il gap dato che si costituirà un COMITATO ON LINE ovvero una MAILING LIST, rappresentativa di ben 22 realtà sulle seguenti proposte:

·inserimento studi di genere nelle università ed elaborazione di nuove progettualità

·progetto DAPHNE:azioni positive rispetto alla Comunicazione

·denuncia dell’assenza di libertà di informazione.