"Voci dal silenzio"

Convegno/Seminario organizzato dal

 

Centro Antiviolenza "Telefono Donna La Nereide" sul tema: "Strumenti scientifici e Strumenti legislativi

Nel contrasto della violenza su donne e figlie/i minori"

"Voci dal silenzio" è il titolo del Seminario che si è svolto sabato 4 febbraio nella Sala Archimede del Comune di Siracusa in Via Minerva.

Un nutrito gruppo di professioniste ha tenuto un Seminario-formativo su "Strumenti scientifici e strumenti legislativi nelle azioni di contrasto della violenza su donne e figlie/i " che ha visto partecipi anche rappresentanti delle Forze dell’Ordine, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Urbana e numerosi Operatori di istituzioni sanitarie dell’Azienda Opedaliera Umberto 1° e dell’ASL 8.

 

La sessione mattutina è stata aperta dalla relazione della dott.ssa Agata Balsamo, psicologa e psicoterapeuta della famiglia, per una prima interpretazione scientifica del problema della violenza su donne e figlie/i minori; La Balsamo ha puntualizzato che per ciò che concerne la questione specifica degli strumenti a disposizione della ricerca e degli operatori allo scopo di contrastare questo fenomeno dilagante, una rassegna degli studi ci fornisce diverse indicazioni. L'unità di riferimento è sempre la famiglia, a volte anche intesa in senso allargato fino alle reti di sostegno.

L'obiettivo prioritario è sempre la relazione di cura tra genitori e figli soprattutto centrati sul bambino(approvare, sorridere, fornire contatto fisico positivo e attenzione,...) e in misura minore di comportamenti direttivi (dare ordini, negare,insegnare, rivolgere critiche,...).

La dott.ssa Balsamo in conclusione del suo intervento ha ribadito che se ci fossero investimenti e provvedimenti, realmente mirati, si potrebbe giungere ad una svolta significativa in merito a questo tipo di problemi. Mi riferisco a tutto ciò che va sotto il nome di prevenzione primaria e che tutti raccomandano. Ma fare prevenzione primaria significa volgersi al campo della formazione e del cambiamento culturale delle società e tutto ciò non può farsi senza investimenti concreti di risorse e interessi..

Con la quasi scomparsa dei consultori, con un'educazione alla legalità spesso solo parolaia, in un contesto dove la partecipazione democratica alle decisioni è praticamente impossibile e dove l'informazione non esiste se non omologata e irrilevante, le fasce 'deboli' continueranno ad essere tali perchè invisibili ed esautorati da modelli estranei.

Le donne sono state portatrici per secoli dei valori della pace e del dialogo e questi valori sono diametralmente opposti a quelli dell'autoritarismo e della violenza, della concorrenza spietata, del farsi largo a gomitate. Le donne possono far riscoprire il valore della circolarità e della solidarietà che poco ha a che fare con la carità o l'assistenzialismo, e offrire la visione credibile di un mondo diverso. Questo è compito della politica alta, quella con tutte le maiuscole. Le donne possono dare un enorme contributo di crescita e consapevolezza se tornano alla politica nel senso di assunzione di responsabilità per il presente e il futuro di tutti. Chi meglio può farlo?

L’ avv.Carmen Currò Presidente del CE.DA.V, Centro Donne Antiviolenza di Messina ,ha introdotto la difficile trattazione dei casi sul piano legale, ovvero: gli strumenti legislativi applicabili nelle azioni di contrasto del fenomeno della violenza su donne e figlie/i minori con particolare rilievo all’attività svolta dai Centri Antiviolenza nel sostegno delle donne e figlie/i vittime di violenza

L’intervento è stato apprezzatissimo dai numerosi presenti. Ha ribadito più volte che la violenza domestica è un reato perseguibile legalmente e sempre più donne sanno di poter chiedere informazioni rispetto a soluzioni possibili.

Ha continuato dicendo che tutti i Centri Antiviolenza sanno che le donne che chiedono aiuto, spesso lo fanno con l’obiettivo di liberarsi del marito/compagno maltrattante attraverso la separazione, ed è per questa ragione che le prime richieste di aiuto sono formulate come richieste di informazioni legali rispetto ai propri diritti. Principalmente ha l’obiettivo di informare le donne vittime di maltrattamento dei loro diritti e delle concrete possibilità di attuazione di eventuali forme di protezione attivando in soccorso alla donna vittima di violenza le seguenti iniziati:

L’avvocata Currò ha illustrato in maniera esaustiva:

la normativa della legge n.66 del 1996 – Violenza Sessuale;

 

L’importanza e la peculiarità dell’attività del Centro Antiviolenza "Telefono Donna La Nereide" di Siracusa è stata illustrata dalla presidente Ethel Puzzo, in apertura del Convegno, la quale si è soffermata sulle finalità,sulle funzioni e sul servizio offerto dal proprio Centro Antiviolenza alle donne che vi si rivolgono.

Ha perciò parlato dell’opportunità, offerta alle donne che subiscono violenza, di non subire più in "silenzio" ovvero in solitudine, che è la condizione nella quale si viene relegate dal maltrattante soprattutto nei casi di violenza domestica, attraverso la sistematica svalutazione della personalità.

Il pomeriggio è stato caratterizzato da una carrellata di interventi di altre figure professionali allo scopo di moltiplicare gli sguardi sulla rilevazione e percezione del fenomeno oggetto del Convegno/Seminario "Voci dal silenzio".

I lavori sono stati riaperti dall’avv. Carmen Currò sul tema dell’intervento dei CentriAntiviolenza e della necessaria interazione con le FF.OO. nonchè con gli operatori dellaSanità e dei Servizi Sociali del territorio, nell’ottica della RETE.

Poichè la precondizione dell’intervento è la formazione delle Operatrici dei Centri ma anche di tutti i soggetti della Rete, l’avv.Carmen Currò ha fornito l’esempio della Metodologia d’ascolto attuata dal proprio Centro Antiviolenza allo scopo del corretto approccio nella "relazione d’aiuto" con la donna.

Si sono poi succeduti ,nell’ordine di interventi previsto dal programma, le relazioni di varie altre figure professionali femminili per fornire una visione globale del fenomeno.

La dott.ssa Marilia Di Giovanni, antropologa, della Picc.Soc.Coop DAERA ha relazionato sui risultati locali del Progetto Rete Antiviolenza URBAN che ha avuto per oggetto l’Indagine scientifica sulla percezione del fenomeno della violenza nelle aree Urban di 27 capoluoghi d’Italia ivi inclusa Siracusa.

La dott.ssa Stefania Festa, giornalista, esperta di Women’s Studies, ha riferito delle caratteristiche che deve avere un Centro Antiviolenza secondo standard contenuti nel manuale "Via dalla violenza" prodotto dal progetto europeo Wawe.

La dott.ssa Laura Arcieri, sociologa,presidente del FORUM delle famiglie ha fatto un excursus sulla variazione nel tempo della percezione del fenomeno della violenza.

L’avv.Marisa Bellino, counselor, presidente dell’Ass.INDACO, ha focalizzato il danno connesso alla violenza subita e/o assistita, nello studio "Il mancato ascolto e l’espropriazione ai danni del bambino".

In conclusone, la presidente Ethel Puzzo, nel ringraziare per la loro partecipazione: la Polizia di Stato, l’Arma dei carabinieri, la Guardia di Finanza, la Polizia Municipale, gli Operatori Sanitari e Sociali, le competenti Figure Professionali ed i Cittadini soprattutto le giovani donne, ha invitato tutti a partecipare al prossimo convegno, organizzato dal Centro Antiviolenza telefono Donna La Nereide e dalla Piccola Coop Daera, che si svolgerà giorno 11 febbraio alle ore 9.30, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della Provincia Regionale di Siracusa, nel Palazzo di Governo di Via Roma n.31, per la presentazione del libro di Patrizia Romito, docente di Psicologia Sociale aTrieste, dal titolo "Un silenzio assordante. Il fenomeno della violenza occultata su donne e minori" con la presenza della stessa Patrizia Romito e Daniela Paci.

 

Centro Antiviolenza Telefono Donna La Nereide

Presidente Ethel Puzzo

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Dott.ssa Agata Balsamo

psicologa-psicoterapeuta

V.P.pe Umberto,230-AUGUSTA

 

STRUMENTI SCIENTIFICI NEL CONTRASTO ALL'ABUSO SULLE DONNE

E I MINORI.

 Il fenomeno della violenza, segnatamente quella domestica, ha ottenuto sempre maggiore attenzione man mano che le condizioni storiche e sociali portavano allo scoperto aree prima relegate esclusivamente nella sfera del privato. Senz'altro le donne hanno avuto un ruolo di primissimo piano nel proporre un cambiamento epocale in tema di diritti civili e umani: dalla scomparsa del delitto d'onore al concetto di pari opportunità, alle continue battaglie contro le forme più gravi di discriminazione, le associazioni, i gruppi e i collettivi , i centri e le case delle donne hanno sollevato questioni determinanti per la liberazione dell'umanità da pregiudizi e violenze di vario segno.

. E' del 1993 la Dichiarazione sull'eliminazione della violenza contro le donne, intesa quale violenza fisica, sessuale, psicologica che si verifica nella famiglia,nella comunità o commessa dallo Stato.

E' interessante notare come varie fonti di violenza si determinino lungo tutto l'arco della vita delle donne, da prima della nascita alla vecchiaia (tabella 1).

Secondo i dati internazionali, sono oltre 40 milioni i bambini nel mondo tra 0 e 14anni vittime di abusi o abbandoni, con conseguenze fisiche, sessuali ed emotive a lungo termine o fatali, spesso correlate con la violenza alle donne e ai conflitti coniugali. I dati OMS riportano che 1 donna su 4 ha subito almeno 1 volta nella vita qualche forma di violenza; il 98% delle vittime di violenza domestica sono donne e di queste, un quinto è stata almeno una volta vittima del partner.

Le probabilità per una donna di essere uccisa dal partner sono 3 volte maggiori che per gli uomini.

La violenza domestica è diffusa in tutte le classi sociali ed è il sintomo più evidente dello squilibrio di potere tra uomini e donne;.

Per i bambini, ricerche inglesi sostengono che 4 su mille subiscono abusi e trascuratezza..

La violenza produce, oltre ai danni materiali e fisici, gravi danni dal punto di vista dell'immagine di sè, dell'autostima e dell'umore. In particolare la depressione si ripercuote gravemente sui figli con gravi conseguenze .

Per ciò che concerne la questione specifica degli strumenti a disposizione della ricerca e degli operatori allo scopo di contrastare questo fenomeno dilagante, una rassegna degli studi ci fornisce diverse indicazioni. L'unità di riferimento è sempre la famiglia, a volte anche intesa in senso allargato fino alle reti di sostegno.

L'obiettivo prioritario è sempre la relazione di cura tra genitori e figli soprattutto centrati sul bambino(approvare, sorridere,fornire contatto fisico positivo e attenzione,...) e in misura minore di comportamenti direttivi(dare ordini, negare,insegnare, rivolgere critiche,...).

La ricerca pare confermare, quindi, che i fattori di rischio predispongono alla violenza.

 

Dalle ricerche emerge che i più forti predittori di abuso sono i seguenti:

-cure genitoriali inadeguate;

-violenza familiare;

-isolamento sociale;

-malattia mentale;

-dipendenza da sostanze.

Si tratta di predittori che spesso troviamo presenti anche nelle donne che si rivolgono ai centri per essere aiutate.

Purtroppo se ci fossero investimenti e provvedimenti, realmente mirati, si potrebbe giungere ad una svolta significativa in merito a questo tipo di problemi. Mi riferisco a tutto ciò che va sotto il nome di prevenzione primaria e che tutti raccomandano. Ma fare prevenzione primaria significa volgersi al campo della formazione e del cambiamento culturale delle società e tutto ciò non può farsi senza investimenti concreti di risorse e interessi..

Con la quasi scomparsa dei consultori, con un'educazione alla legalità spesso solo parolaia, in un contesto dove la partecipazione democratica alle decisioni è praticamente impossibile e dove l'informazione non esiste se non omologata e irrilevante, le fasce 'deboli' continueranno ad essere tali perchè invisibili ed esautorati da modelli estranei.

Le donne sono state portatrici per secoli dei valori della pace e del dialogo e questi valori sono diametralmente opposti a quelli dell'autoritarismo e della violenza, della concorrenza spietata, del farsi largo a gomitate. Le donne possono far riscoprire il valore della circolarità e della solidarietà che poco ha a che fare con la carità o l'assistenzialismo, e offrire la visione credibile di un mondo diverso. Questo è compito della politica alta, quella con tutte le maiuscole. Le donne possono dare un enorme contributo di crescita e consapevolezza se tornano alla politica nel senso di assunzione di responsabilità per il presente e il futuro di tutti. Chi meglio può farlo?