Statistiche
Numero donne accolte: dal 1 gennaio al 31 Dicembre 2007
TOTALE anno 2007 n° 82 Donne +16 anno 2006 = in tutto ( 98 )
Fasce Età |
|
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Fino a 30 anni |
12 ca. |
15% |
Dai 30 ai 40 anni: |
30 |
36% |
Dai 40 ai 50 anni: |
15 |
18% |
Dai 50 in su |
25 |
31% |
Livello di istruzione |
|
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Element. e media inferiore |
52 |
64% |
Diploma di media superiore |
25 |
30% |
laurea |
5 |
6% |
Condizione lavorativa |
|
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Occupate |
10 |
12% |
Disoccupate |
58 |
71% |
Pensionate |
4 |
5% |
Lavoro saltuario |
10 |
12% |
|
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Figli |
|
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Minorenni |
34 |
62% |
maggiorenni |
21 |
38% |
Violenza Subita |
|
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Fisica e psicologica |
79 |
96% |
Psicologica (delle 82) solo |
3 |
4% |
Economica |
65 |
79% |
Sessuale |
60 |
73% |
Datore lav,sconosciuto |
2 |
2% |
Canale di accesso |
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dellutenza ai servizi |
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Forze dellordine |
20 |
25% |
Notizie apprese stampa |
15 |
18% |
Altra utente |
6 |
7% |
Medico o presidio sanitario |
25 |
30% |
Altr Centri e associaz. |
16 |
20% |
Autore dei Maltrattamenti |
|
|
Partner (marito,conviv. |
70 (60+10) |
85% (73%+12%) |
Ex-part(ex-mar o ex conv,fid |
5 |
6% |
Padre ed altri Familiari |
3 |
4% |
Fidanzato Dator lavor,amico,sconosciu |
2 2 |
2% 2% |
Interventi di sostegno |
|
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Sostegno legale |
35 |
42% |
Sostegno Psicologico | 17 21% |
Sostegno sociale-economico |
10 |
12% |
Sostegno specifico ai figli |
8 |
10% |
Dirottate in case rifugio |
12 |
15% |
Delle 82 donne accolte, 12 sono di nazionalità straniera, con 6 figli a seguito minori.
Il numero di 82 di donne che abbiamo considerato, riguarda donne che hanno deciso di "rompere il silenzio" ed iniziare un nuovo percorso di vita, per riappropriarsi della propria dignità di donne. Non abbiamo considerato tutte quelle donne, che benchè consapevoli di subire violenza, non sono ancora decise ad uscirne perchè non trovano il coraggio, perché impaurite del dopo, perchè non hanno un lavoro, perché temono reazioni peggiori da parte del partner e addirittura temono di essere uccise o essere private dei loro i figli.
Circa il 20% delle donne che si sono rivolte al nostro centro nel 2006, anche nel 2007 continuano ad avere bisogno del nostro aiuto. Abbiamo assistito anno 2007- 98 donne
Il nostro Centro è stato contattato, da molte donne, ( che esulano dal n° 82) e la maggior parte di loro ci hanno chiesto varie informazioni; per risovere problemi di salute, per essere aiutate nella ricerca di unoccupazione, e purtroppo non sempre riusciamo a risolvere tutte le loro richieste.
Questanno ca. il 25% delle donne che si sono rivolte al nostro centro, benchè sin dallinizio avessero manifestato la ferma volontà di separarsi e ci avessero chiesto di essere aiutate nel percorso della separazione, molto probabilmente torneranno con i loro partners, perché sperano, per lennesima volta nel loro cambiamento e forse concedendo loro unaltra possibilità potranno salvare il matrimonio.
Il Patto Federativo che abbiamo siglato con il Tribunale Per i Diritti del Malato-Cittadinanzattiva , spesso, ci trova impegnate ad aiutare le donne, non soltanto nella fuoriuscita dalla violenza, ma anche a risolvere, i loro molteplici problemi di salute; è risaputo che la violenza produce Malattia , lo riconosce anche lorganizzazione Mondiale della sanità.
Conclusioni
Sposata, casalinga, di età compresa tra i 31 e i 40 anni . Questo l' identikit della donna che occupa il primo posto tra le vittime della violenza sia fisica sia psicologica. La vittima-tipo ricostruita dalla nostra associazione, esaminando i questionari, dà risultati dei quali non ci si può rallegrare. Scenario della violenza sulle donne sono le mura domestiche . Nel 85% dei casi è in assoluto autori della violenza sono il (marito 73%, il convivente 12%), ex marito,ex convivente ed ex fidanzato 6%, il padre e altro familiare 4% , fidanzato 3%, datore di lavoro,amico,sconosciuto 3%. Il motivo che spinge questo tipo d'uomo ad essere violento non è quasi mai legato a patologie derivanti dall'uso di sostanze stupefacenti o di alcool, né da malattie nervose; l'origine della violenza, infatti, dipende, il più delle volte, da motivi caratteriali . L' aiuto richiesto è, nel 42% dei casi, di tipo legale, ma aumenta anche la richiesta di consulenza psicologica 21%, sostegno socio economico (12%), sostegno specifico ai figli 10% e dirottate in case rifugio 15%.
Va altresì evidenziato che il motivo più frequente di chiamate, dopo quelli indicati, è
costituito dalla richiesta di ascolto (25%) e, a questo proposito, va detto che in questi
anni di attività lo staff delle Volontarie dell'accoglienza ha consolidato una notevole
esperienza nell'affrontare il colloquio con le donne che chiamano per segnalare i loro
problemi, spesso anche in situazione di emergenza, il tutto nell'ambito di una metodologia
che mette al centro la donna e la ricerca delle sue risorse per uscire dalla
sopraffazione, nel più completo rispetto dell'anonimato e della riservatezza.
La nostra esperienza con le donne in stato di temporaneo disagio ci dice che esse tendono
ad aspettare sempre che tale situazione si risolva con il passare del tempo.
A conferma di questa ipotesi vi è che, loltre 80% dei casi, si tratta di una
realtà non occasionale e sporadica, ma metodica e persistente e che la donna si decide a
ricorrere al Centro Ativiolenza La Nereide, perchè la vive come non più sostenibile
Comincia però ad affermarsi anche fra le donne una cultura della prevenzione . Nel 17%
dei casi, infatti, le vicende segnalate si possono considerare a rischio piuttosto che di
crisi conclamata. La violenza denunciata ha caratteristiche di emergenza nell'17% dei
casi.
Altri dati del campione, relativi alle donne che hanno subito violenza, indicano che il
73% sono sposate, il 12% è nubile e il 62% con figli minori e il 38% maggiorenni.
Delle 82 donne accolte, 12 sono straniere, con a seguito 6 figli minori.
Ancora qualche dato: quale è la violenza subita dai mariti o partner? minacce / percosse
nel 96% dei casi insieme allabuso psicologico (cioè quell'insieme di atteggiamenti
continui e cronici che impediscono alla donna di sviluppare una positiva immagine di sé),
e conomica quotidiana 79%, abbandono / tradimento 8%, molestie sessuali dat,lavoro 2%,
partner 73%. Solo violenza psicologica 4%.
Il dato, 96% allarmante, ci porta ancora una volta a richiamare l'attenzione su un punto
che non viene mai considerato in tutta la sua estensione e drammaticità e che riguarda le
conseguenze delle violenze sulle donne .
Molto raramente si parla della durata di tali conseguenze nella vita delle vittime e delle persone che a loro sono vicine, durata che, molto spesso, coincide con la vita stessa della persona, traumatizzata per sempre
Sarebbero auspicabili specifici studi di vittimologia, mirati proprio ad un'analisi
approfondita del "dopo", cogliendo tutti gli intrecci sul piano personale,
interpersonale, di lavoro e sociale
Si tratta di promuovere ricerche che si propongano di seguire, per un lungo periodo, le
donne che hanno subito violenza; ciò servirebbe senz'altro a correggere la visione
limitata e riduttiva del diffuso immaginario culturale con il quale si è soliti
interpretare e valutare i fatti di violenza contro le donne.
CONSIDERAZIONI
Attraverso la nostra attività ci scontriamo spesso con l' impossibilità di trovare strumenti e risorse per sostenere donne che stanno facendo il possibile per uscire dal maltrattamento, per fermare le proposte oscene del padre o del fratello, per sottrarsi dalle molestie sessuali subite dal datore o collega di lavoro, per denunciare i violentatori.
Pensiamo che questa situazione non sia dovuta alla inadeguatezza delle donne, ma all' assenza di interventi istituzionali ad hoc e di più mature politiche sociali.
Da diverso tempo Il Centro Antiviolenza La Nereide,onlus chiede con insistenza che tutti gli Enti preposti, Istituzioni, Enti Locali, i servizi sociali, tolgano a queste problematiche il bavaglio del disinteresse e finalmente adottino irrinunciabili e non più procrastinabili strategie di intervento.
Adriana Prazio
CENTRO ANTIVIOLENZA "LA NEREIDE, ONLUS - Telefonodonna
FEDERATA CON IL TRIBUNALE PER I DIRITTI DEL MALATO- CITTADINANZATTIVA
TELEF. 0931 61000 349 7586157
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